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Le creme solari non impediscono assolutamente alla pelle di abbronzarsi, anzi, ne proteggono l’integrità evitando di bruciarsi, permettono di conservare l’abbronzatura a lungo e di idratare la pelle (con la conseguente perdita di elasticità e la comparsa delle prime rughe) se abbinate ad una crema doposole. Quest’ultima, oltre ad idratare, permette, grazie a sostanze antiossidanti anche un’azione lenitiva e protettiva per la pelle dopo la fotoesposizione. Soprattutto per fototipi particolarmente delicati, è consigliabile l’utilizzo di un indice di protezione elevato, principalmente nelle prime esposizioni. Ridurre leggermente il fattore di protezione è possibile nel momento in cui la pelle inizia a diventare più scura, a patto che non si smetta mai di proteggere la pelle.
Gli indici solari, o Sun Protection Factors (Spf o Fp) esprimono la capacita delle creme solari di difendere la pelle da scottature ed eritemi causate dai raggi UVB. Tecnicamente, gli indici non sono altro che la rappresentazione di una regolamentazione internazionale che riproduce il coefficiente moltiplicatore del tempo necessario per scottarsi senza protezione . Se si decidesse di non applicarsi alcuna protezione, è importante essere consapevoli che dopo 10 minuti si inizierà a correre il rischio di bruciarsi. Conseguentemente, l’utilizzo di un ipotetico fattore di protezione 50, implicherà che il tempo per prevenire la scottatura non sarà più di 10 minuti, ma bensì di 500 minuti.
Innanzitutto si deve sapere che prevenire gli eritemi solari è possibile e oltretutto senza grandi sforzi. È importantissimo cercare di esporsi al sole con una certa gradualità, di evitare le ore centrali della giornata, vale a dire la fascia oraria compresa tra le 12.00 alle 14.00 e soprattutto di applicare abbondantemente e frequentemente creme solari ad alto fattore di protezione.
Generalmente le creme solari in commercio sono dirette a proteggere la nostra pelle sia dai raggi UVA che dai raggi UVB. Nonostante ci sia un prefisso che li accomuna, è importante essere a conoscenza delle specificità che li contraddistinguono: i raggi UVA sono responsabili dell’invecchiamento precoce dell’epidermide, mentre i raggi UVB sono responsabili di scottature ed eritemi.
Tecnicamente, i fattori genetici ed ambientali inducono la pelle, nel tempo, a subire modifiche a livello cellulare e strutturale che si traducono in un progressivo mutamento dell’aspetto esteriore. Con l’età, il metabolismo rallenta causando, a livello cellulare, una minor produzione di proteine essenziali, necessarie a preservare la struttura della pelle. Al tempo stesso, il DNA può essere danneggiato da fattori ambientali che causano la morte prematura delle cellule o alterazioni tali da renderle incapaci di produrre gli elementi essenziali alla vitalità della pelle.
Il detto prevenire è meglio che curare vale anche in questo caso e prodotti per la pelle non sono mai nocivi. Siamo in un’epoca i cui ci si può permettere di usare tutto o quasi, sempre con una guida e secondo dei criteri. In età giovanile, confondere le rughe di espressione con quelle dovute all’invecchiamento è comunissimo. Le prime sono rughe di natura diversa da quelle dovute all’età per cui il la crema antirughe specifica non servirebbe molto. A prescindere dall’esistenza o meno di rughe di espressione, un’idratazione quotidiana è una cosa molto positiva perchè aiuta sia a migliorare la qualità della pelle, ma al contempo aiuta a ritardare la comparsa delle rughe.
Prima di iniziare con un prodotto specifico antirughe, andrebbe meglio orientarsi verso una linea di prodotti più adatta per pelli giovani e volendo anche valevole a prevenire le rughe.
Prima di iniziare con un prodotto specifico antirughe, andrebbe meglio orientarsi verso una linea di prodotti più adatta per pelli giovani e volendo anche valevole a prevenire le rughe.
La pelle del viso è “ricoperta” da un film idrolipidico, una pellicola composta da acqua e lipidi (cioè il sebo), che funge da barriera protettiva contro le aggressioni di agenti esterni quali il freddo, il vento, l’aria condizionata, ecc. Per evitare di rovinare questa pellicola (in questo caso la pelle lavorerà il doppio e più velocemente per ripristinarla con la conseguenza che la pelle apparirà più unta del dovuto e ricca di imperfezioni) è importante abituarsi a detergere quotidianamente la pelle. L’ideale sarebbe lavarsi il viso con latte detergente e tonico e associarvi una crema idratante. Questo è risultato essere il miglior modo per mantenere più a lungo una pelle giovane.
Un consiglio: se si ha una pelle con molte imperfezioni sarebbe meglio usare una crema seboregolatrice che regola la produzione di sebo e controlla le imperfezioni.
Un consiglio: se si ha una pelle con molte imperfezioni sarebbe meglio usare una crema seboregolatrice che regola la produzione di sebo e controlla le imperfezioni.
Sostenere che lavare frequentemente i capelli rischia di danneggiarli è un clichè ormai superato. In passato, quando l’industria cosmetica non aveva ancora raggiunto alti livelli di tecnologia, gli shampoo in commercio erano molto aggressivi e un lavaggio frequente comportava un trauma al capello. Oggigiorno, continue innovazioni e ricerche nel campo della cosmesi hanno permesso la creazione di prodotti sempre più specifici: nel caso della detersione quotidiana, è meglio scegliere uno shampoo delicato per lavaggi frequenti.
Perdere i capelli è normalissimo. Ogni giorno, di norma, se ne perdono dai 25 ai 100 circa a seconda della quantità di capelli presente sul cuoio capelluto. Ci si rende conto della caduta soprattutto nel momento in cui vengono spazzolati o lavati, poiché i capelli pronti ad essere eliminati si staccano più facilemente.
Dare una motivazione a questo fenomeno è possibile. Ci si riferisce in questo caso alle tre fasi costituenti il cosiddetto “ciclo di vita del capello”: una fase anagen (periodo di crescita), una fase catagen (periodo di riposo) e una fase telogen (periodo di caduta).
Dare una motivazione a questo fenomeno è possibile. Ci si riferisce in questo caso alle tre fasi costituenti il cosiddetto “ciclo di vita del capello”: una fase anagen (periodo di crescita), una fase catagen (periodo di riposo) e una fase telogen (periodo di caduta).